Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA

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Zanazzo, Giggi 50 occorrenze

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’Na vorta Napoleone Primo mannò a Roma tre ggenerali francesi. E ssentite, si vvolete ride, come (parlanno con poco rispetto) se chiamaveno: uno Cacò

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I giocatori, disposti in fila uno dietro l’altro, a una certa distanza, s’incurvano alquanto, appoggiando le mani sulle ginocchia; meno quello che

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, restando a vicenda uno sotto e uno sopra l’altro.

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Passatempo che si fa tra due fanciulli, i quali stando seduti uno di fronte all’altro, si guardano fissi l’uno negli occhi, dell’altro, conservando

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’invitati, presempio, je viè’ ll’estro de sapé’ quale de le du’ donne gravide farà mmaschio. Uno scommette per una e un antro pe’ quell’antra. Che ffanno

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S’infileno tre aghi: uno cor filo rosso, uno cor filo nero, e un antro cor filo bbianco. Poi da una persona qualunque ve li fate appuntà’ tutti e

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Con uno o due canestri appesi alle braccia, grida a squarciagola: — Ce ll’ho dde vigna le lumaachee !

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Due ragazzi, tenendo un pezzo di corda uno a una estremità e uno all’altra, o formando con lo spago una specie di sega che ricavano dalla prima

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Quanno uno va ar Camposanto, si vvô suffregà’ ppe’ ddavero l’anime de li poveri morti, ortre a ddije li deprofúnnise e li requiameterni, ecco si cche

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, piantatece 90 vaghe de grano; sopre a ’gni vaga mettetece uno stecchino de canna co’ li nummeri dall’uno ar novanta. Ggiocate li primi tre nnummeri indove ce

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"Parecchi bambini mettono alternativamente i pugni chiusi uno sopra l’altro, in modo da formare una colonna; e uno di loro, che rimane con la destra

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Quanno, puta caso, accanto a ll’occhi ve viè’ uno de quela specie de pedicèlli che a Roma se chiàmeno orzaròli, l’unico rimedio pe’ ffalli sparì

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Se pija un spicchio de papàvero — nun più dd’uno — jé sé lèveno li sémi, e sse mette a bbullì’ in d’una piluccia, co’ ddu’ deta d’acqua e un filetto

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braccia e dice: "Mi padre fa er carzolaro; Tutti li ggiorni ne fa un paro. E quanno è ’r vennardì, Pija uno str... e ffa ccusì!" e in così dire

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o Monopolisti di commestibili, pescivende, ecc. Alèffe o Ninétto: Uno. Dall’ebraico Aleph: uno. Bèdene: Due. Dall’ebraico Beth: due. Bèdene-vaghézzi

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Uno fa da venditore di cocuzze o di cocommeri, i quali sono rappresentati da un certo numero di giocatori. Viene un compratore e cerca d’una buona

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Uno dei fanciulli che giuoca si finge maestro; gli altri compagni si fingono scolari, rifacendo più o meno bene tutto ciò che alla scuola si usa di

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Uno dei fanciulli fa da medico, e gli altri colleghi si fingono malati. È un passatempo senza nessuna regola e che i ragazzi fanno quindi a piacer

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Li lupi o le lupe che siino, se ponno, in un giorno, divorà’, abbasta che lo vonno, puro un branco de pecore, in uno o in dua de loro. ’Sto gran da

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Quanno er naso róde, è ssegno che uno cià d’abbuscà’ un sacco de papagni. Mentre c’è invece chi ddice che ar contrario de li papagni, ponno èsse

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bboccaccia larga larga che sta a ddritta de chi entra, sotto ar portico de la cchiesa? Mbè’, a quer mascherone, dice, che si uno prova a mmetteje la mano

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I ragazzi mettono un asse in bilico su di una trave o altro corpo elevato, e si siedono alle due estremità; cosicchè quando l’uno va in terra, l

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Mentre se stà a ttavola, nun se deveno fa’ le croce co’ li cortelli o cco’ le posate, si nnó uno se fa ccattivo ugurio; nun se deve sverzà’ er sale

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sedere quello che dalla sorte fu condannato a star per primo in berlina. Il capo-giuoco va attorno al circolo, e, ad uno ad uno, domanda a tutti perchè

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Fa’ li sorfumiggi de fiori de sambuco, de capomilla romana e de valeriana. Se metteno sopra a un foconcino a bbrucià, e ppoi uno ce se mette sopre

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— Pijalevelo, donne, er 28! — Ce n’è arimasto uno! Chi sse lo pija? Chi sse la gode ’sta gallinaccetta? Ciò dicendo, mostrava il premio che si

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Uno fa da cavallo con la bocca passata da un laccio che fa da freno e da redini. L’altro compagno fa da cocchiere, tiene quindi le redini e frusta il

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Giuoco che si fa con le uova lesse. Uno de’ giocatori stringe in pugno l’uovo, e l’altro vi batte sopra con una delle estremità del proprio uovo. Se

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Quanno se fa l’amore, si uno de l’innammorati fa ppe’ rigalo a quell’antro un libbro da messa, je succederanno guai seri o ddisgrazie; perchè nun c’è

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murta peròmo. E ssi ner tempo che ddurava la predica s’addormiveno, uno sbirro o uno sguizzero der papa, che je stava a ffa’ la guardia, li svejava co

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E un giuoco di pegno che si fa tra ragazzi o anche da adulti. La mamma, o capo-giuoco, tiene un fazzoletto annodato ad uno de’ capi e dice: "L’ucello

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, nelle quali eranvi o agnelli o capretti di latte, vivi, che offeriva per quaranta, cinquanta o al massimo sessanta bajocchi l’uno.

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una brecciolina, un anello o qualcosa di simile, e passa per ordine, dall’uno all’altro giocatore per deporre nelle mani di essi l’oggetto ch’essa serra

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Apposta quann’uno se pettina o sse taja li capelli, a ttutti li capelli che je cascheno per tera, bbisogna che cce sputi sopre tre vvorte oppuramente

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ppistàtela bbene bbene in der mortale. Fatto questo mettétela accusì ppistata in d’una pezza de bbucata. Poi pijate du’ bbicchieri: uno pieno d’acqua, e

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Pijate uno de queli fiori bbianchi e ggialli che sse chiameno Margherite, e strappànnoje quela specie de frangia fatta a ffili, dite a ’gni filo che

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primo a la mèta, è proclamato vincitore. Il capo-giuoco nel dare il segnale di partenza è solito dire: Uno, dua e ttre; chi è urtimo puzza!

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Ce so’ ddiversi arimèdi uno méjo de ll’antro. Presempio, a annàssene a lletto co’ la testa invortata in d’uno sciallo de lana e ccercà’ de fasse una

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Quann’uno, sarvognóne, cià la pormonèa, l’unica cosa che (ssi sse vô sarvà’) se deve fa’ ssubbito, è una bbôna sanguigna. Mo’ li mèdechi so

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I giocatori si pongono ciascuno ad uno spigolo di muro, o ad un cantone o altro. Quello cui è andata la conta si pianta nel mezzo. I giocatori di

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novembre, a tre a tre. Uno suonava il piffero o cennamella, l’altro la cornamusa, e il terzo cantava canzoni inintelligibili, per la novena di Natale, ai

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è mmaschio je s’acciacca sopra er callaro. Si pperò uno jé ló sfragne sopra una moneta d’argènto, è mmejo perchè accusì quanno so’ ggranni, ciaveranno

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, de quéllo de la chiavétta!). E sse ne bbeve mezza fojetta la mmatina, mezza a mmezzoggiorno, e mmezza la sera; insinenta a ttanto che uno nun sii

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d’uno s’affacciava e je bbuttava pe’ ddavero l’acqua addosso.

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bbicchiere, e si uno l’arègge, anche un bicchiere sano. Ma bbisogna annacce piano; perchè si cchi fa ’sta cura nun è ppiú cche sincero, po’ insecchìsse ar

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Sempre pe’ vvince a llotto, se pô ffà ppuro la novena a Sant’Alesio, pe’ ttre ggiorni, oppuramente pe’ nnove, siconno come uno vô. L’urtimo ggiorno

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Uno dei fanciulli o fanciulle che fa da mamma, si mette a sedere; un altro destinato a sorte per via della conta s’inginocchia davanti a lui, e mette

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sacco de giôcarèlli de tutte le specie. Si ffra queli ggiôcarèlli ce ne vederete quarchiduno che rissomija a uno de li tanti ordegni, che uno de li

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Passamano è uno scherzo che si fa ad alcuno per trafugargli momentaneamente un oggetto, passandolo ad altra persona, la quale, a sua volta, lo passa

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Quanno rode la parma de la mano dritta, è ssegno che uno deve pijà’ quatrini; allora è mmejo a cchiudella e a mmettessela in saccoccia. Quanno invece

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